Fabrizio de André - Il testamento di tito

Non ^Bmavrai altro ^F#mDio all'inf^Guori di m^De sp^Gesso mi hai fa^Atto pensa^Dre ^BmGenti div^F#merse ve^Gnute dall'^Dest ^Gdicevano che in fo^Ando era ug^Duale C^Gredevano a un a^Altro div^Derso d^F#ma te, e^G non mi hanno f^Aatto del m^Dale, C^Gredevano a un a^Altro div^Derso d^F#ma te, e^G non mi hanno f^Aatto del m^Dale

^BmNon no^F#mminare ^Gil nome di D^Dio, ^Gnon nomin^Aarlo inva^Dno. ^BmCon un co^F#mltello pian^Gtato nel fi^Danco g^Gridai la mia p^Aena, il suo n^Dome Ma ^Gforse era st^Aanco, forse tr^Doppo occ^F#mupato, ^Ge non ascolt^Aò il mio d^Dolore Ma ^Gforse era st^Aanco, forse tr^Doppo lon^F#mtano, d^Gavvero lo no^Aminai inva^Dno

O^Bmnora il^F#m padre, o^Gnora la m^Dadre, ^Ge onora anche il^A loro bas^Dtone B^Bmacia la m^F#mano che ru^Gppe il tuo n^Daso p^Gerché le chi^Aedevi un bo^Dccone Qu^Gando a mio pa^Adre si f^Dermò il ^F#mcuore, ^Gnon ho pr^Aovato dol^Dore Qu^Gando a mio pa^Adre si f^Dermò il ^F#mcuore, ^Gnon ho pr^Aovato dol^Dore

^BmRicorda di ^F#msantifica^Gre le fe^Dste, ^Gfacile per^A noi lad^Droni, E^Bmntrare nei t^F#mempli ch^Ge rigurgitan sa^Dlmi d^Gi schiavi e d^Aei loro pad^Droni, S^Genza fi^Anire leg^Dati agli ^F#maltari, ^Gsgozzati c^Aome anim^Dali S^Genza fi^Anire leg^Dati agli ^F#maltari, ^Gsgozzati c^Aome anim^Dali

I^Bml quinto ^F#mdice "n^Gon devi ruba^Dre", ^Ge forse io ^Al'ho rispet^Dtato, V^Bmuotando in si^F#mlenzio l^Ge tasche già go^Dnfie ^Gdi quelli che^A avevan rub^Dato M^Ga io senza l^Aegge ru^Dbai in nome ^F#mmio, q^Guegli altri nel ^Anome di D^Dio, M^Ga io senza l^Aegge ru^Dbai in nome ^F#mmio, q^Guegli altri nel ^Anome di D^Dio

"N^Bmon commettere ^F#matti c^Ghe non siano ^Dpuri", ^Gcioè non dispe^Ardere il s^Deme Fe^Bmconda una d^F#monna og^Gni volta che l'^Dami c^Gosì sarai u^Aomo di f^Dede P^Goi la voglia sva^Anisce ^De il figlio ^F#mrimane ^Ge tanti ne uc^Acide la f^Dame I^Go forse ho con^Afuso il pi^Dacere e l'^F#mamore m^Ga non ho c^Areato d^Dolore

I^Bml settimo d^F#mice "n^Gon ammazz^Dare ^Gse del cielo v^Auoi essere d^Degno", G^Bmuardatela o^F#mggi que^Gsta legge di D^Dio t^Gre volte inch^Aiodata nel l^Degno G^Guardate la f^Aine di q^Duel Naza^F#mreno, ^Ge un ladro n^Aon muore di m^Deno! ^GGuardate la ^Afine di ^Dquel Naz^F#mareno,^G e un ladro ^Anon muore di ^Dmeno!

"^BmNon dire f^F#malsa t^Gestimonian^Dza" ^Ge aiutali a^A uccidere un ^Duomo L^Bmo sanno a m^F#memoria i^Gl diritto Divi^Dno, ^Ge scordano se^Ampre il perd^Dono H^Go spergiura^Ato su D^Dio e sul mio o^F#mnore e^G no non ne^A provo do^Dlore, ^GHo spergiur^Aato su ^DDio e sul mio ^F#mnome e^G no non ne^A provo do^Dlore

"N^Bmon deside^F#mrare la^G roba degli a^Dltri, ^Gnon desidera^Arne la s^Dposa" D^Bmitelo a que^F#mlli, c^Ghiedetelo ai p^Dochi c^Ghe hanno una d^Aonna e qua^Dlcosa N^Gei letti degli a^Altri già c^Daldi d'a^F#mmore n^Gon ho pro^Avato dol^Dore L^G'invidia di i^Aeri non ^De' già f^F#minita, ^Gstasera v'i^Anvidio la ^Dvita

M^Bma adesso che ^F#mviene la ^Gsera ed il b^Duio, ^Gmi toglie il d^Aolore dagli ^Docchi E^Bm scivola il ^F#msole al ^Gdi la' delle d^Dune ^Ga violentar^Ae altre n^Dotti I^Go nel ved^Aere quest'u^Domo che m^F#muore, ^Gmadre io pr^Aovo do^Dlore N^Gella piet^Aà che non ^Dcede al ran^F#mcore, m^Gadre ho imp^Aarato l'^Damore